GIACOMO IEZZI

Fiorentino di nascita Giacomo Iezzi cresce a Roma dove rimane fino al diploma in Fotografia e Grafica Pubblicitaria. Torna a vivere a Firenze e consolida la sua amicizia con il fotografo Luca Berti che però parte per Berlino ma lo invita a raggiungerlo per l’estate del ’98. Qui raccoglie in bianco e nero scorci di una città piena di scheletri di cemento armato e gru che emergono da deserti di rena posta per la posa della nuova città ma rimane anche attratto dalle cicatrici dell’ultima guerra che i vecchi palazzi mostrano ancora. Nel 99 si sposta per qualche mese in California venendo sedotto dalle bellezze naturali della costa viaggiando da San Francisco a San Diego, dei deserti percorsi fino al Nevada e dalla maestosità dello Yosemite National park. Passa i suoi vent’anni lavorando a Firenze scattando sporadicamente alcuni ricordi di viaggio ma è solo grazie all’arrampicata sportiva che a trent’anni si ritrova immerso nella natura. Gira l’Italia tra coste, boschi e montagne che riaccendono in lui la voglia di fotografare da qui sarà solo a trentasette anni che deciderà di abbandonare la carriera lavorativa per dedicare più tempo possibile alla sua fotografia.

Filantropica è il titolo della sua prima mostra personale esibita a Firenze nel 2017.

In questo progetto il fotografo Giacomo Iezzi riassume i propositi della sua fotografia naturalistica denunciando la distanza che separa l’uomo dalla natura creata da questa società distopica cercando di stimolare i fruitori delle sue immagini a ritrovarsi nel contesto naturale. Nel 2018 Lomography Magazine lo seleziona tra vari fotografi europei per provare la riedizione del Daguerreotype Achromat 2.9/64mm dell’800, pubblicandone a seguito un intervista di presentazione per il suo progetto “Multicultural Encounters”.

L’anno successivo si sposta a Lucca e la prossimità del mare e delle Alpi Apuane, rinnova la sua creatività stimolandolo a esprimersi nella fotografia astratta.

Durante i lockdown imposti per il covid, approfondisce ricerche sull’astrattismo fino a ritrovare il piacere di dipingere. Due anni fa si trasferisce in Valdarno dove vive ancora oggi, inizia a scolpire il legno e a modellare la creta sempre in stile astratto legandoci anche progetti pittorici per le sculture stesse.

EROSIONS

Giacomo Iezzi presenta un estratto del suo progetto “EROSIONS” raccontando la spontanea creatività della natura nel tangibile fenomeno dell’erosione. Nella sua visione l’artista è la natura stessa. Natura creativa, responsabile delle formazioni rocciose nel corso delle ere geologiche ma anche artista che scolpisce e modella se stessa usando come strumenti la forza del vento e la perseveranza dell’acqua. L’erosione della roccia però, può influenzare la qualità del suolo e la disponibilità dell’acqua. I sedimenti rocciosi trasportati dalle acque possono accumularsi sul fondo dei fiumi e dei laghi che dopo periodi di siccità, con l’essiccazione delle zone umide, sfavoriscono il drenaggio dell’acqua nel sottosuolo. A causa delle anomale precipitazioni ma soprattutto delle incurie di gestione dei vari bacini idrici, questi sedimenti diventano anche loro responsabili dei disastri idrogeologici che stanno sempre più caratterizzando la nostra epoca. Osservando la storia geologica del pianeta avremmo già dovuto imparare a gestire quello che per millenni è stato raccontato dal naturale corso erosivo.